Le 8 psicotrappole dell’agire

L’approccio strategico sostiene che ogni nostra problematica psicologica di fatto è costruita e alimentata da noi stessi, dal nostro modo di pensare e agire. Anche se inconsapevolmente, spesso se non sempre, siamo noi la principale causa dei nostri problemi.

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Le 8 psicotrappole dell’agire

L’approccio strategico sostiene che ogni nostra problematica psicologica di fatto è costruita e alimentata da noi stessi, dal nostro modo di pensare e agire. Anche se inconsapevolmente, spesso se non sempre, siamo noi la principale causa dei nostri problemi.

Giorgio Nardone (2014) identifica 7 psicotrappole dell'agire per le quali propone altrettante psicosoluzioni:

  1. Insistere : ovvero la tendenza a perseverare in determinate azioni e comportamenti malgrado sia evidente che non conducono all’esito sperato.
  • Psicosoluzione: allenarsi ad osservare e valutare i propri comportamenti sulla base dei loro esiti ricordando che la follia sta nel fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi. (Einstein).
  1. Rinuciare e arrendersi: una scarsa autostima può facilmente portare ad una resa precoce di fronte a qualsiasi difficoltà. La scarsa capacità di tollerare la frustrazione precludono anche il tentativo di raggiungere un obiettivo.
  • Psicosoluzione: allenarsi a confrontarsi con le difficoltà anziché sfuggirle provando a vivere ogni nuova sfida come una opportunità di automiglioramento.
  1. La mania del controlloun eccesso del tentativo di mantenere il controllo porta inevitabilmente ad una perdita del controllo, basti pensare al tentativo di controllare le manifestazioni del panico che in effetti altro non fanno che aumentarle.
  • Psicosoluzione:valutare bene se la situazione o l'evento sono effettivamente controllabili o meno, tenendo conto che come insegna Epitteto l’unica cosa che effettivamente possiamo controllare è il nostro pensiero e quindi la nostra disposizione d'animo.
  1. L’evitamento: evitare ciò che temiamo in realtà porta a confermare la nostra incapacità ad affrontare la situazione aumentando quindi la paura e minando il senso di autoefficacia.
  • Psicosoluzioneevitare di evitare. Sforzarsi per quanto possibile di affrontare anche gradualmente le situazioni temute.
  1. Il rimandare: crea l’illusione del controllo in quanto permette di non confrontarsi in modo esplicito con la propria incapacità di svolgere il particolare compito.
  • Psicosoluzione: cominciare a temere di rimandare allenandosi ad immaginare le conseguenze nefaste di questo atteggiamento.
  1. L’aiuto che danneggia: il doppio messaggio insito nel chiedere o fornire aiuto è: "tu non sei in grado, io non sono in grado di farcela da solo”. Una eccessiva richiesta o dispensa di aiuto può seriamente minare il senso di autoefficacia, autonomia e indipendenza.
  • Psicosoluzione: ricordare che quando amiamo qualcuno (incluso noi stessi) è sempre meglio insegnare a pescare piuttosto che regalare il pesce. Chiediamo aiuto per imparare a fare le cose e non per delegare agli altri.
  1. Difendersi preventivamente: ovvero la diffidenza genera solo diffidenza. Questo non significa buttarsi a capofitto ingenuamente nelle relazioni ma mantenere una apertura verso l’altro che possa permettere uno scambio ricordando che chi semina vento, raccoglie tempesta.
  • Psicosoluzione: allenarsi a concedere all'altro una progressiva fiducia seguendo la semplice indicazione se vuoi essere amato, ama (Catone).
  1. Socializzare tuttoparlare a tutti i costi di se stessi, delle proprie emozioni e pensieri può rivelarsi controproducente e diventare come benzina che possono alimentare ansia e depressione.
  • Psicosoluzione: allenarsi a discernere tra ciò che è meglio comunicare e cosa non lo è senza cadere in fastidiosi tranelli che possono alimentare situazioni patologiche.

Bibliografia: Nardone, G. (2014), Psicotrappole, Adriano Salani Editore.