Le 7 psicotrappole del pensare
L’approccio strategico sostiene che ogni nostra problematica psicologica di fatto è costruita e alimentata da noi stessi, dal nostro modo di pensare e agire. Anche se inconsapevolmente, spesso se non sempre, siamo noi la principale causa dei nostri problemi.

Le 7 psicotrappole del pensare
L’approccio strategico sostiene che ogni nostra problematica psicologica di fatto è costruita e alimentata da noi stessi, dal nostro modo di pensare e agire. Anche se inconsapevolmente, spesso se non sempre, siamo noi la principale causa dei nostri problemi.
Giorgio Nardone (2014) identifica 7 psicotrappole del pensare per le quali propone altrettante psicosoluzioni:
- L’inganno delle aspettative ovvero la tendenza ad attribuire agli altri le nostre percezioni e convinzioni aspettandoci quindi che gli altri si comportino e reagiscano come noi. Questo meccanismo si basa sulla scarsa capacità di assumere una prospettiva esterna che sfocia inevitabilmente nello sperimentare ripetute delusioni.
- Psicosoluzione: esercitarci costantemente ad assumere una prospettiva esterna, a valutare il punto di vista degli altri in ogni situazione.
- L’illusione della conoscenza definitiva ovvero l'illusione di poter trovare una realtà assoluta e oggettiva che possa spiegare anche l’inspiegabile. Questa ricerca tradisce il bisogno di poter acquisire un controllo sulla realtà che di fatto può essere solamente approssimativo. Esito: frustrazione.
- Psicosoluzione: mantenere un sano scetticimo circa ogni verità che viene propinata come assoluta ed esercitare costantemente l’arte del dubitare.
- Il mito del ragionamento perfetto ovvero l'illusione di poter raggiungere la verità delle cose attraverso un rigoroso ragionamento razionale dimenticandosi che spesso l’essenziale è invisibile agli occhi (de Saint-Exupéry). Esito: più frustrazione.
- Psicosoluzione: allenarsi ad abbandonare il ragionamento logico in favore di una percezione che accolga anche elementi irrazionali.
- Lo sento quindi è ovvero l’illusione di possedere strumenti intuitivi potenti in grado di prevedere e spiegare gli eventi. Accade invece più spesso l’attivazione di un circuito disfunzionale che porta al fenomeno conosciuto della profezia che si autoadempie.
- Psicosoluzione: mantenere un sano equilibrio tra intuizione e ragione utilizzando lo strumento del dubbio come faro per bilanciare entrambe.
- Pensa positivo: contrariamente a quanto vastamente proposto, il pensare positivo ad ogni costo esercitando una consapevole distorsione della realtà provoca un inasprimento di emozioni quali paura, rabbia, tristezza e ansia.
- Psicosoluzione: utilizzare con moderazione il pensiero positivo e applicarlo solo a quelle situazioni in cui abbiamo già una comprovata esperienza di successo.
- Coerenza ad ogni costo: per quanto non si intenda sminuire il valore della coerenza con le proprie convinzioni, un suo eccesso può facilmente sfociare in stati patologici travestiti da virtù. Basta in fatti che i presupposti siano errati per far si che l’applicazione di una coerenza infrangibile si trasformi in un monumentale ostacolo al possibile cambiamento.
- Psicosoluzione: allenarsi costantemente ad accettare l'esistenza dell’incoerenza nei comportamenti altrui e nei nostri, accettando l’esistenza di fenomeni che possono sfuggire al controllo della razionalità.
- Sopravvalutare e/o sottovalutare: ovvero la tendenza a sopravvalutare ciò che per noi è interessante/importante e sottovalutare ciò che per noi non lo è, applicando dei fari distorti sulla realtà. Questo può essere molto pericoloso, basti pensare alla tendenza di sopravvalutare i propri fallimenti e a sottovalutare i nostri pregi tipico della depressione.
- Psicosoluzione: allenarsi costantemente ad un cambio di prospettiva e a un confronto attivo con gli altri per avvicinarsi quanto più possibile ad una corretta valutazione della realtà.
Bibliografia: Nardone, G. (2014), Psicotrappole, Adriano Salani Editore.